Nel 1998 Giorgio Cozzani dona alla sua città una cospicua raccolta di opere d’arte, frutto di cinquant’anni di appassionata ricerca e frequentazione della produzione contemporanea internazionale. Collezione singolare, caratterizzata dall’assenza di evidenti passioni e vincolanti predilezioni, ma piuttosto sostenuta da un’aperta e lungimirante curiosità, dall’esigenza di aggiornamento costante e di registrazione puntuale. Ne è sortita infine una congerie vastissima: circa milleduecento opere, fra sculture, dipinti, grafica, fotografia ed esiti ‘altri’ delle arti visive. Avanguardie, movimenti, famose coalizioni ed appartati outsider: tentando di tracciare un elenco in ordine cronologico, incontriamo, oltre a una limitata digressione ottocentesca, l’Espressionismo, il Secondo Futurismo, il Cavaliere Azzurro, Bauhaus, la Metafisica, il Surrealismo, il Realismo, l’Astrattismo nelle sue molteplici declinazioni (dall’Astrattismo Classico, Concreto e Neoconcreto, a quello lirico degli “Otto” e affini), l’Informale internazionale, lo Spazialismo, i “Cobra”, gli “Spur”, la Pop Art internazionale, il Nouveau Réalisme, l’Arte Cinetica, Optical, Minimal, Concettuale, Land, Povera, Body, infine Fluxus, la Transavanguardia, il Graffitismo.
Al 1933 risale la nascita del Premio Nazionale di Pittura intitolato al “Golfo della Spezia”. L’ideazione e l’organizzazione della rassegna-concorso si devono a Filippo Tommaso Marinetti e Fillia. Una vivace adunata di numerosi artisti, futuristi di seconda generazione e non, anima quella memorabile estate e sigla l’interesse spezzino per l’arte contemporanea. A questo precedente storico guarda la ripresa della manifestazione che con lo stesso titolo si articola dal 1949 al 1965 e viene ripristinata dal 2000 al 2006 con cadenza biennale.
Distintiva la formula del premio-acquisto, che consegna alla città circa 250 opere, nucleo originario della raccolta permanente ospitata dal CAMeC. Grazie all’autorevolissima veste critica il Premio ha registrato e raccolto la complessa vicenda ed i più significativi esiti della produzione italiana e, dal 2000, internazionale (fra gli altri nomi ricordiamo Accardi, Attardi, Birolli, Cassinari, Guttuso, Martin, Moreni, Morlotti, Pintaldi, Pizzinato, Prampolini, Reggiani, Santomaso, Scanavino, Sironi, Sughi, Turcato, Vedova, Zwackman).
Ultima in ordine cronologico fra le donazioni al Comune della Spezia, la collezione di Ferruccio e Anna Maria Battolini documenta sessant’anni di attività nel mondo dell’arte e della “critica militante”.
Critico, scrittore, autore di epigrafi, bibliofilo appassionato ben oltre i confini del suo ruolo di dirigente nel settore delle biblioteche, promotore di eventi culturali, organizzatore di mostre, Ferruccio Battolini ha storicizzato la seconda metà del ‘900 artistico spezzino. La sua collezione si è formata grazie agli incontri, alle conoscenze e all’esperienza di una vita passata in mezzo agli artisti, come testimoniano le numerose dediche. Diversi e molteplici gli apporti, da alcuni dei protagonisti delle edizioni storiche del Premio del Golfo, allo spezzino Gruppo dei Sette, ad alcuni fra gli artisti più rappresentativi del panorama artistico italiano del dopoguerra, come Guttuso, Spinosa, Montarsolo, Nespolo. Opere dei maestri della generazione degli inizi del ‘900, di quella di mezzo e di artisti più recenti, fino alle promesse attuali, documentano storicamente le origini della tradizione artistica cittadina.
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